I regionali sono una gran bella risorsa, tipo che parti da Bologna e dopo un’ora sei già a Bologna e ti sei visto ogni stazione che abbia almeno due binari, uno per i treni in transito e uno per noi, i regionali, e poi hanno il cesso e se metti, e dico metti, metti che hai bevuto il giusto e la tua fretta di arrivare è seconda alla fretta di urinare i regionali diventano casa, salotto, letto. Noi un po’ francesi, pendolari di Foucault.
Noi che quei telefoni tipo il mio, giudiziosi ti dicono amico la musica a questi livelli è acufene e fossi in te abbasserei. Passaggi di un certo livello.
Lo so che a un certo punto i miei discorsi diventano confusi come i miei ricordi.
Ah già le slide da finire. E quelle sfinite. E l’amore all’una, e la sveglia alle sei, regionale – zucchero tra le dita – rugiada sui prati di San Felice sul Panaro.
Poggio rusco. Case in cui valga la pena gettare l’immondizia.
E domani che gli racconto?
Che volevo solo fermare un attimo. Questo.