Merda quarant’anni e la massima trasgressione è non lavare i piatti stasera, addormentarmi col computer acceso.
Quarant’anni e a parte l’anestesia locale non ho vizi.
Dieci giorni fa quel bastardo del dentista mi ha tolto tre denti del giudizio. Mi ha detto già che ci siamo, ti risparmi antibiotico, te li tolgo tutti.
Ho imparato molto in questi dieci giorni tipo che “la lingua batte dove il dente duole” è verissimo ma “via il dente via il dolore” è una gran puttanata. Via il dente e appena mi rimetto lo prendo a morsi quel dentista merdoso.
Poi vabbeh ti risparmio il resto perché nessuno vuole ascoltare dei tuoi problemi a meno che tu non sappia cantare come Jeff Buckley.
Comunque invidio quelli che hanno le otturazioni bianche e la casa pagata, quelli che compiono gli anni sabbatici.
Quest’estate è stata una bella estate, non sono uscito di casa ho imparato React e ho giocato a calcio saponato al supermercato, cosa avrei potuto volere di più, ora ho solo voglia di mandare a fare in culo quelli belli abbronzati che tornano a coltivare i sogni a suon di email. Bella la Grecia?
Da tre giorni ho ricominciato a dormire e ve lo dico: non me ne è mai fregato di meno dei social e non me n’è mai fregato di più del cuscino. A volte stare male è la cosa migliore che ti possa capitare.
Può sembrare uno sfogo o un insulto ma no, è che davvero basta con ‘ste vite perfette, col raccontare la gioia, se solo vi togliessero il caffé.
Degli ultimi dieci libri che ho letto salvo solo i manuali di fisica, la gente non sa più parlare del disagio del vuoto del suolo che si ritira sotto ai piedi, la gente non sa più come finire i film.
E io non so più come finire i post.
Tutto bene sì, grazie per avermelo chiesto.
Comunque alla fine li ho lavati, i piatti.